
Dalle terre del Piave, due vitigni autoctoni in una versione inedita.
Grapariol Colfondo

Il Grapariol Colfondo è l’emblema della nostra ripartenza, la pietra miliare della “nuova Terre Grosse” che non dimentica il passato, ma che guarda al futuro con ambizione e intraprendenza.
Era il 2017 e avevamo appena conosciuto Daniele: ci avrebbe guidato passo passo con la vinificazione di questa nuova versione di Grapariol, dovendo poi gestire autonomamente le varie fasi. Linda e Denise si presero questo incarico con grande entusiasmo, ma con tantissimi timori. Dopo un’accurata selezione in campo, era giunto il momento di avviare la pressa. Utilizzata numerose volte da Diego, era rimasta ferma per ben 5 anni, periodo in cui abbiamo cercato e trovato la nostra strada. Il suo rumore riempiva l’aria di emozione e profumo di mosto.
Seguirono travasi e rimontaggi eseguiti con maniacale attenzione, con la paura di sbagliare anche solo un gesto. Al termine della fermentazione, il Grapariol rimase sulle fecce fini, che venivano riportate in sospensione di tanto in tanto, per circa 8 mesi. A metà maggio il momento tanto atteso: l’imbottigliamento! Vedere il nostro lavoro finalmente concluso fu una grandissima soddisfazione. Le bottiglie vennero disposte in orizzontale e rimescolate per circa 4 mesi. Quando uscì, nell’agosto 2018, il Grapariol Colfondo riscosse subito curiosità e interesse.
E’ un vino con una personalità fresca e decisa, in grado di evolvere nel tempo e cambiare veste pur rimanendo fedele a se stesso e alle sue caratteristiche peculiari.
Raboso Ancestrale

Il Raboso Ancestrale nasce dalla voglia di sperimentare e di esplorare le potenzialità del Raboso, vitigno che caratterizza la zona del Piave. Ed eccolo qui: un vino che incuriosisce già all’aspetto visivo, che ammalia con i suoi profumi fruttati e che sorprende con un sorso estremamente fresco e vivace.
Con la vendemmia del 2018 Nicola e Daniele eseguirono una microvinificazione di circa 20 litri che prevedeva l’imbottigliamento del mosto fiore di Raboso (che non aveva fatto macerazione) prima che terminasse la fermentazione. In questo modo i lieviti hanno trasformato gli zuccheri residui in alcool e anidride carbonica direttamente in bottiglia, conferendo al vino un aspetto velato con delicati sentori di crosta di pane. Il risultato, seppur con qualche difetto, ci aveva colpito: profumi interessanti e un’acidità che, tuttavia, ci lasciava un po’ perplessi.
Con la vendemmia 2019 ci abbiamo riprovato, aggiustando qualche fase della vinificazione e imbottigliando circa 700 litri. Lo abbiamo lasciato affinare nei cestoni per qualche mese rimescolandolo periodicamente. Di tanto in tanto stappavamo una bottiglia per seguirne l’evoluzione sorprendendoci ogni volta e convincendoci che quelle peculiarità, un po’ spigolose che l’anno prima ci avevano un po’ impensierito, lo rendevano unico e di carattere.
Quello che troverete nel calice è un vino rosato che sprigiona note aromatiche gentili e intriganti e una freschezza decisa che evolve nel tempo, ma che non perde la sua forza.
Le etichette


Le etichette del Grapariol Colfondo e del Raboso Ancestrale sono state realizzate da Michele Bruseghin che utilizza uno stile fresco ed essenziale in perfetta sintonia con le caratteristiche di questi vini.
Con tratti leggiadri e linee armoniche disegna due ragazze sorridenti che compiono gesti semplici ma significativi: il rimescolamento della bottiglia per portare i lieviti in sospensione nel caso del Grapariol Colfondo e la raccolta del mosto fiore per il Raboso Ancestrale. Queste aggraziate figure femminili determinate e lavoratrici sono il volto e l’anima di questi vini che si presentano eleganti, vivaci e con un carattere deciso. A volte possono risultare un po’ scontrosi, ma riescono ad affascinare e intrigare con la loro spontaneità.