
Un’idea che prende forma, un progetto che si concretizza.

È una varietà che ci affascina molto per le caratteristiche di finezza e mineralità che riesce ad esprimere.
Dopo aver proposto il Manzoni Bianco con un lieve affinamento in tonneaux, abbiamo pensato che sarebbe stato interessante esplorare ulteriormente le sue potenzialità facendo una macerazione sulle bucce e utilizzando la terracotta.
Grazie alla sua microporosità la terracotta favorisce l’ossigenazione senza cedere tannini e aromi e, allo stesso tempo, aiuta a ravvivare i profumi e animare il fruttato.
Invece il risultato è un vino dal vivace color giallo paglierino con riflessi dorati e lievemente velato caratterizzato da importanti note minerali, balsamiche e sentori di frutta tropicale, fiori gialli, speziatura pepata e un tannino appena percettibile.

Ma perché è così diverso dagli altri vini macerati in anfora?
Sicuramente dipende dalla tipologia del vitigno, (la buccia dell’acino di Manzoni non rilascia molto colore), ma soprattutto in vinificazione abbiamo voluto minimizzare l’ossidazione delle bucce, principale “responsabile” del colore aranciato e delle tipiche caratteristiche organolettiche degli orange wines.
Procediamo con ordine e partiamo dalla vendemmia


Si comincia alla mattina presto, nelle ore più fresche della giornata e selezioniamo con pazienza e cura certosina i grappoli perfettamente integri, sani e con il giusto grado di maturazione. Le uve vengono diraspate, pigiate e immediatamente trasferite nell’anfora nella quale avviene la macerazione fermentativa.
Durante la fermentazione viene quotidianamente follato per favorire il rilascio da parte della buccia di sostanze nobili che conferiscono struttura e complessità. Terminata la fermentazione alcolica del mosto, il vino rimane a contatto con le bucce per quattro mesi.
Dopo l’imbottigliamento, senza filtrazione per non impoverire il vino, le bottiglie vengono disposte orizzontalmente e riposano a temperatura controllata per altri 4-5 mesi.


Calice alla mano ci si lascia sedurre dal colore, dalla enigmatica velatura e da un ventaglio olfattivo gentile ma risoluto che si esprime principalmente sulla mineralità, con guizzi balsamici e speziati.
Il sorso, avvolgente e molto fresco, richiama tutte le sensazioni colte in precedenza e tradisce un tannino prudente e appena accennato.
L’etichetta
Nell’etichetta volevamo comunicare proprio questo: la terracotta, l’argilla, il legame con la terra.
Con Alessandra e Francesco di MA-KE abbiamo studiato una palette che gioca sui colori caldi e tenui che ricordano la terracotta e abbiamo scelto una carta materica per dare importanza anche all’aspetto tattile che culmina nel dettaglio in rilievo per richiamare la ruvidezza della terra.

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