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L’Estate di San Martino

Dolce di San Martino

È ormai autunno inoltrato. Sono cominciate le nebbie e le prime giornate fredde e grigie, ma verso il giorno di San Martino (11 novembre) la temperatura si fa più mite e il tiepido sole riscalda le terre lavorate. Il mosto nei tini ha finito di fermentare e il vino nuovo è pronto. Con l’ultima semina è terminato l’anno agricolo e i contadini, preoccupati, attendono di sapere dal padrone se il loro contratto verrà rinnovato o se saranno costretti a radunare le poche cose, caricarle in un carretto e spostarsi assieme alla propria famiglia alla ricerca di un nuovo lavoro.

L’11 novembre ha un forte significato simbolico nel calendario agrario ed è per questo motivo che San Martino ricorre spesso in filastrocche, poesie, modi di dire e proverbi di tradizione contadina.

Partiamo da:

“L’ Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”

Narra infatti la leggenda che Martino, soldato romano, incontrò un mendicante infreddolito. Impietosito, gli porse metà del suo mantello. Poco più avanti incontrò un altro mendicante e gli donò l’altra metà del mantello. Subito il vento si placò, le nubi si diradarono facendo uscire un tiepido sole che rese più mite la giornata. Durante la notte gli apparve Cristo che indossava il mantello che aveva donato ai mendicanti e al suo risveglio lo ritrovò integro.  Il sogno colpì a tal punto Martino che decise di farsi battezzare, diventando successivamente vescovo di Tours.
Proprio in queste giornate dell’ “Estate di San Martino”, caratterizzate da bel tempo e temperature un po’ più calde, le povere famiglie di contadini, a cui il padrone non aveva rinnovato il contratto per l’anno successivo, erano costrette a “Far San Martin”, ovvero radunare le proprie cose e traslocare in cerca di un nuovo lavoro.

La tradizione di mangiare castagne e bere vino nuovo è diffusa in tutta Italia: un popolare adagio recita infatti “A San Martino ogni mosto diventa vino”, ma se avete avuto modo di frequentare Venezia in questo periodo, avrete sicuramente notato nelle vetrine di pasticcerie e panifici coloratissimi biscotti a forma di cavallo decorati con caramelle e cioccolatini. La caratteristica forma di questi dolci si rifà a un bassorilievo posto all’esterno della Chiesa di San Martino nel Sestiere di Castello nei pressi dell’Arsenale. Questa festa è molto sentita nella città lagunare ed è abbastanza frequente incrociare gruppi di bambini che indossano corona e mantello e che, muniti di pentole e coperchi, “battono Sanmartin” recitando una filastrocca e chiedendo ai passanti dolci o monetine.

Dolce di San Martino

Il dolce di San Martino è talmente legato alla tradizione, soprattutto nella zona di Venezia, Padova e Treviso, che è stato inserito tra i PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) del Veneto.

La semplicità di questo dolce si presta benissimo ad essere realizzato con i più piccoli di casa. Confermiamo personalmente!

Ricetta Dolce di San Martino

Per la frolla
– 180 gr Farina 00
– 30 gr Frumina
– 80 gr Zucchero
– 120 gr Burro
– 1 Uovo
– 2 cucchiaini di lievito
– Vaniglia
– Scorza grattugiata di un limone naturale
– Un pizzico di sale

Per la decorazione
– 250 gr Cioccolato fondente
– Confettini colorati, cioccolatini, caramelle a piacere

Procedura
Impastare la frolla in una ciotola unendo la farina, lo zucchero il burro tagliato a pezzi, le uova, il lievito e la scorza grattugiata del limone. Fare una palla e lasciar riposare in frigorifero per circa mezz’ora.
Successivamente stendere la pasta, ritagliarla a forma di San Martino e cuocere in forno preriscaldato (statico) a 180° per circa 30 minuti.
Dopo averlo sfornato lasciarlo raffreddare, nel frattempo far sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente. Quando il dolce si sarà raffreddato, si potrà cominciare la decorazione utilizzando il cioccolato fuso per “incollare” i confettini, le caramelle e tutto ciò che più vi piace… largo alla fantasia e golosità!

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