La Filosofia

vigneto fiori ape sovescio

In Terre Grosse la filosofia di gestione è il più possibile naturale, minimale ed estremamente attenta.


In campo

Sovescio e vigneto con grappoli d'uva

Le operazioni in vigna vengono svolte solo se strettamente necessario con l’obiettivo di salvaguardare la salute delle piante, la qualità delle uve e l’ecosistema “vigneto”. Gli sfalci e le trinciature, ad esempio, vengono eseguiti molto raramente e l’erba alta è una caratteristica che incuriosisce molto chi viene a visitare la nostra cantina.

Ma è utile tenere l’erba alta in vigneto? Certo! E i motivi sono principalmente 2: aiuta a mantenere una notevole biodiversità e una maggiore quantità di sostanza organica al suolo. L’erba secca, infatti, quando ricade al suolo viene biodegradata più lentamente nel tempo contribuendo alla formazione di humus stabile. Al contrario l’erba trinciata di frequente viene mineralizzata più velocemente provocando una perdita di sostanza organica e quindi di fertilità biologica del suolo.

I trattamenti alle piante sono a base solo di rame e zolfo, sostanze minerali ammesse nel biologico, che utilizziamo in minima quantità per il contenimento delle malattie fungine. La costante osservazione in campo e l’utilizzo di sensori climatici e software ci aiutano a decidere i momenti cruciali per eseguire i trattamenti durante la stagione, riducendoli al minimo indispensabile.

La concimazione è minimale ed effettuata una volta l’anno (a volte due) utilizzando il compost della nostra vinaccia o digestato biologico. I nostri terreni sono piuttosto fertili e non necessitano di essere particolarmente arricchiti.

La nostra tendenza di prendere una “direzione ostinata e contraria” e la voglia di sperimentare ci hanno spinto a mettere a dimora dei vitigni resistenti. Abbiamo sostituito il vecchio e poco produttivo impianto di Merlot con varietà resistenti (o meglio “più resistenti”). Con questa scelta riusciamo a ridurre di oltre il 50% i trattamenti a base di rame e zolfo.

In cantina

Anfora e Daniele con calice di vino

In cantina, come in campo, cerchiamo di intervenire il meno possibile sui processi naturali al fine di ottenere vini eleganti e di qualità caratterizzati da una forte impronta personale.

La riscoperta dei metodi di vinificazione tradizionali si affianca alla voglia di sperimentare varianti inedite e particolari come le fermentazioni spontanee. Inoltre il desiderio di esplorare le caratteristiche e le potenzialità delle nostre uve ci spinge a “metterle alla prova” con tecniche di vendemmia o lavorazione non usuali per quella specifica varietà. Ad esempio il nostro Doraj nasce dall’appassimento di Grapariol in blend con Verduzzo friulano e Sauvignon per ottenere un vino passito di spiccata freschezza.

L’utilizzo di recipienti alternativi come l’anfora consente di dare un profilo sensoriale inconsueto a vini tipici del territorio. Mentre l’impiego di barrique e tonneau di rovere sapientemente dosato anche per vini bianchi conferisce un maggior corpo, longevità e complessità.